L’antica pieve di Palazzolo (oggi Auditorium San Fedele) è l’ultima di tre chiese che si sono sovrapposte nel corso dei secoli sulla stessa area.
A seguito della rimozione del pavimento, negli anni 1977-78,sono affiorati i resti delle due chiese prece[1]denti all’attuale. La chiesa più antica, forse della seconda metà del V secolo, si estendeva in corrispondenza della navata centrale di quella attuale, con l’abside posizionata poco prima della gradinata da cui si accede al presbiterio.
La seconda è una chiesa romanica più vasta e imponente, costruita nel XII-XIII secolo per offrire maggiore dignità alla realtà ecclesiastica di Palazzolo a seguito dell’unione della comunità di Mura.
L’antica pieve di Palazzolo (oggi Auditorium San Fedele) è l’ultima di tre chiese che si sono sovrapposte nel corso dei secoli sulla stessa area.
A seguito della rimozione del pavimento, negli anni 1977-78,sono affiorati i resti delle due chiese prece[1]denti all’attuale. La chiesa più antica, forse della seconda metà del V secolo, si estendeva in corrispondenza della navata centrale di quella attuale, con l’abside posizionata poco prima della gradinata da cui si accede al presbiterio.
La seconda è una chiesa romanica più vasta e imponente, costruita nel XII-XIII secolo per offrire maggiore dignità alla realtà ecclesiastica di Palazzolo a seguito dell’unione della comunità di Mura.
La terza (quella attuale), infine, realizzata tra il 1475 e il 1525, mantenendo lo stesso orientamento di quelle preesistenti e inglobando numerose strutture della precedente, è un edificio a tre navate separate da quattro arcate a tutto sesto che poggiano su tre solidi pilastri.
Oltre all’altare maggiore, aveva sei cappelle laterali con altrettanti altari.
Era dotata di una grande abside presbiteriale per il coro e l’altare maggiore (completato nel 1525 dal polittico realizzato dal pittore Vincenzo Civerchio, ora nella chiesa parrocchiale di Santa Maria Assunta), un nuovo portale d’ingresso inserito nella muraglia romanica occidentale e altre due entrate sul lato meridionale.
L’interno della chiesa, suddiviso in trenavate, presentava sei altari: l’altare maggiore e gli altari del SS. Sacramento, del Santo Rosario, del Crocifisso, di san Carlo Borromeo e di sant’Antonio da Padova.
La terza (quella attuale), infine, realizzata tra il 1475 e il 1525, mantenendo lo stesso orientamento di quelle preesistenti e inglobando numerose strutture della precedente, è un edificio a tre navate separate da quattro arcate a tutto sesto che poggiano su tre solidi pilastri.
Oltre all’altare maggiore, aveva sei cappelle laterali con altrettanti altari.
Era dotata di una grande abside presbiteriale per il coro e l’altare maggiore (completato nel 1525 dal polittico realizzato dal pittore Vincenzo Civerchio, ora nella chiesa parrocchiale di Santa Maria Assunta), un nuovo portale d’ingresso inserito nella muraglia romanica occidentale e altre due entrate sul lato meridionale.
L’interno della chiesa, suddiviso in trenavate, presentava sei altari: l’altare maggiore e gli altari del SS. Sacramento, del Santo Rosario, del Crocifisso, di san Carlo Borromeo e di sant’Antonio da Padova.
All’interno si possono ammirare gli affreschi dei Campi di Cremona (1599) raffiguranti l’Ultima Cena e la consegna del rosario a Innocenzo XII da parte di san Domenico, nonché, nel presbiterio, quelli di Pietro Marone(1602) raffiguranti san Pietro, san Fedele, san Paolo, san Rocco, san Sebastiano e un ovale con la visitazione della Vergine, nei pennacchi le quattro sibille mentre nella cupola il trionfo della Vergine.
Durante gli scavi compiuti nel 1977-78 sono inoltre venute alla luce anche molte sepolture antiche, una stele funeraria del II secolo e altri monumenti funerari romani ora conservati negli spazi ricavati nel sottopavimento.
All’interno si possono ammirare gli affreschi dei Campi di Cremona (1599) raffiguranti l’Ultima Cena e la consegna del rosario a Innocenzo XII da parte di san Domenico, nonché, nel presbiterio, quelli di Pietro Marone(1602) raffiguranti san Pietro, san Fedele, san Paolo, san Rocco, san Sebastiano e un ovale con la visitazione della Vergine, nei pennacchi le quattro sibille mentre nella cupola il trionfo della Vergine.
Durante gli scavi compiuti nel 1977-78 sono inoltre venute alla luce anche molte sepolture antiche, una stele funeraria del II secolo e altri monumenti funerari romani ora conservati negli spazi ricavati nel sottopavimento.